Prima di intraprendere un’attività impegnativa a livello ciclistico, è consigliabile effettuare una serie di test funzionali che permettono di avere un’idea molto precisa del proprio livello di allenamento e del proprio “motore”
L’allenamento nel ciclismo non è un’attività così semplice come si può erroneamente pensare. Quante volte ho sentito dire: “basta pedalare tanto e i risultati arrivano da soli”. Per carità, l’affermazione è corretta se non si hanno grandi obiettivi di miglioramento. C’è chi preferisce andare in bicicletta per divertirsi e per stare bene e c’è chi invece vuole migliorare il suo livello di allenamento per poter affrontare salite sempre più impegnative, mettersi alla prova oppure competere nelle gare senza soffrire la velocità e le distanze.
Questa seconda tipologia di cicloamatore deve necessariamente affontare l’allenamento con più impegno e costanza, tenendo conto che esistono un’infinità di variabili da tenere in considerazione. E che ciascuna di esse determina una sostanziale differenza tra atleta e atleta.
Ecco perché, prima di intraprendere un’attività impegnativa a livello ciclistico, è consigliabile effettuare una serie di test funzionali che permettono di avere un’idea molto precisa del proprio livello di allenamento e del proprio “motore” e di capire con altrettanta precisone laddove è meglio lavorare per migliorarsi.
Quali sono i test di valutazione funzionale
I Test di Valutazione Funzionale sono diversi e la loro conoscenza rappresenta un paramento importante per capire qual è la “cilindrata del nostro motore”, a che punto siamo nell’ambito della preparazione e come nel tempo siamo riusciti a migliorarci.
La Soglia anaerobica (o soglia del lattato)
La soglia anaerobica è il limite della frequenza cardiaca al di sotto del quale il nostro organismo riesce a utilizzare l’ossigeno per la creazione dell’energia. Oltre questa soglia si entra nella zona anaerobica, all’interno della quale il nostro organismo comincia ad andare in debito di ossigeno e a creare il lattato (più comunemente chiamato acido lattico) che viene smaltito solo in parte, situazione che genera una riduzione delle prestazioni.
La soglia anaerobica può essere determinata in vari modi:
- Il calcolo teorico della soglia anaerobica (o soglia del lattato)
- Il Test Conconi
- Il Test Incrementale (o ex test Conconi)
- La misurazione del lattato con prelievo di sangue
Il Vo2 Max
La quantità massima di ossigeno che un individuo può utilizzare per fini energetici nell’arco di un minuto viene espressa in VO2Max (o massimo consumo di ossigeno).
Se prendiamo due ciclisti che hanno effettuato lo stesso piano di allenamento, ci viene da pensare che abbiamo lo stesso valore di VO2Max. In realtà noi non siamo tutti uguali e ci differenziamo fondamentalmente per caratteristiche organiche e fisiche. Ciò comporta anche variazioni nel valore del massimo consumo di ossigeno.
I due fattori che comportano valori differenti di VO2Max da atleta ad atleta sono:
- La capacità del cuore di pompare sangue nell’unità tempo di 1 minuto (chiamata portata cardiaca)
- La capacità delle cellule di “estrarre” ossigeno a livello periferico, influenzata da valori come la ventilazione polmonare e la conformazione muscolare (quantità di fibre bianche e rosse)
La Frequenza Cardiaca Massima
La frequenza cardiaca massima è la massima frequenza cardiaca alla quale il nostro cuore è in grado di lavorare. Il suo valore è molto variabile e può dipendere dall’età, dal battito cardiaco a riposo, dallo stato di salute e dallo stile di vita.
Conoscere la tua frequenza cardiaca massima significa poter disporre di un altro dato che ti permetterà nel tempo di verificare i miglioramenti indotti dagli allenamenti.
Ma la frequenza cardiaca massima è un dato utile anche per poter impostare molti degli allenamenti che prevedono carichi di lavoro con valori ad essa rapportati.
Il dato della frequenza cardiaca massima può essere determinato in due modi:
- calcolo empirico
- test massimale
I test della potenza
Abbiamo visto fin qui che i dati riferiti alla frequenza cardiaca sono relativi alla risposta del nostro cuore a un determinato sforzo. Se invece vogliamo capire quale sia l’effettiva forza che applichiamo sui pedali, allora dobbiamo venire a conoscenza del dato relativo alla potenza.
A tal fine, esistono test specifici che restituiscono valori concreti e oggettivi e che sono in grado di darci un’idea chiara di quale sia l’effettiva potenza applicata ai pedali nell’unità di tempo.
Da quando sono usciti sul mercato i misuratori di potenza da applicare alla nostra bici, è possibile inoltre effettuare un piano di allenamento specifico per la potenza. Per costruire un piano di allenamento di questo tipo è necessario prima di tutto conoscere il proprio valore di potenza.
Tale valore viene restituito da due differenti test:
- il test della FTP (Functional Threshold Power)
- il test Critical Power
Il test FTP
Il test FTP rappresenta la potenza che un ciclista può raggiungere e mantenere per un’ora di pedalata.
La parola Threshold dell’acronimo FTP, in italiano “soglia”, sta infatti a significare che per l’ora di pedalata il ciclista non deve superare la soglia anaerobica (o soglia del lattato) e pertanto non innalzare la produzione di acido lattico.
Il valore che misurerai con il test FTP può essere mutevole nel tempo e dipende chiaramente dal tuo livello di allenamento. Per valutare i tuoi progressi e per impostare di volta in volta i tuoi allenamenti in modo preciso, sarà dunque necessario effettuare il test più volte l’anno, con cadenza regolare.
Il Test Critical Power o Potenza Critica
Il test Critical Power viene ritenuto da molti preparatori atletici come il test funzionale per eccellenza utile a ricavare le intensità di allenamento.
Il concetto del Critical Power fu introdotto per la prima volta negli anni ’60 da Monod e Scherrer, che proposero di considerare la potenza P e il tempo di esaurimento T attraverso una relazione iperbolica per la quale il tempo che l’atleta è in grado di esprimere sui pedali una determinata potenza dipende dalla potenza stessa in relazione alle capacità metaboliche dell’atleta stesso.
In altre parole, il Critical Power non è altro che il test della massima potenza che un ciclista può esprimere sui pedali per un determinato tempo senza incorrere in affaticamento. Il grafico che emerge dall’intersezione del tempo e della potenza espressa restituisce un valore di forma fisica dell’atleta e delle sue caratteristiche atletiche.